Ho visto la gente in piazza, oggi. Quella di Bologna, tanta e variopinta. Ragazzi, tanti ragazzi, ma non solo loro, perché sarebbe facile pensare che la battaglia per l’uguaglianza dei diritti civili riguardi solo i ventenni. Ho visto quarantenni, cinquantenni, anziani, tutti cittadini con il desiderio di condividere l’urlo di una ferita aperta da troppo tempo e che è diventata cronica infezione.
Ho visto semplicità, gioia di ritrovarsi senza necessariamente gli orpelli di un palco dal quale cercare visibilità mediatica. C’erano tutti quelli che contano all’evento SvegliatItalia di Piazza Nettuno, ma erano tra la folla, perché non è più tempo di appendere cappelli al chiodo dell’interesse politico, ora è necessario stringersi e urlare a chi sarà a Palazzo Madama a decidere per noi che ci siamo, esistiamo e non smetteremo mai di pretendere ciò che ci è dovuto come cittadini italiani ed europei.
Ho visto bandiere, striscioni, manifesti e tante sveglie che suonavano per ricordare a chi ci rappresenta e fa le leggi che il tempo delle bugie e delle prese in giro è finito.
Ora è il momento!
La legge Cirinnà non è quello che vogliamo, perchè o è uguaglianza o non lo è, ma è la prima volta che in Parlamento arriva un disegno di legge che ci riguarda e va sostenuto. E sia ben chiaro che è solo il punto di partenza, non di arrivo. Dicono che riconoscere e tutelare l’amore omosessuale distrugga quello eterosessuale. Queste persone hanno davvero tanti problemi se basta che l’Italia riconosca l’esistenza di famiglie fino ad ora ignorate per mettere in crisi il loro legame!
Ho visto Sergio Lo Giudice con Michele Giarratano e il loro bambino Luca, una bellissima famiglia. Ho pensato a quante offese hanno subito da parte di chi afferma di difendere i più deboli e lo fa insultando proprio loro, ma guardandoli ho compreso che l’amore è un potente talismano che respinge ogni cattiveria al mittente e rende invincibili.
Ho visto il sindaco e il suo rivale politico insieme in piazza a manifestare. Che emozione quando la battaglia per l’uguaglianza non ha un colore politico e rappresenta un valore di civiltà, libertà e rispetto per il quale spendersi a prescindere dalla squadra nella quale si gioca.
Il diritto a essere pienamente cittadini disturba chi tra una settimana salirà su un pomposo palco per affermare che siamo diversi, inferiori, minacciosi, innaturali e che non possiamo aspirare ad avere gli stessi diritti. Quelle persone saranno a Roma con la sfrontatezza di dire all’Italia che sono migliori di noi perché le loro famiglie sono benedette dalla religione. Difendono da minacce inesistenti i privilegi che ha concesso loro lo Stato e pretendono di mantenerne l’esclusiva.
A Bologna, invece ho visto sorrisi, sentito risate, abbracciato amici. Noi siamo consapevoli che sarà durissima e che il cammino verso la piena uguaglianza è ancora lungo, ma abbiamo imparato con i lividi sulla pelle e gli sputi negli occhi a non abbassare la testa, piuttosto a ostentare l’orgoglio che ci rende fieri di ciò che siamo e a farlo con la gioia e l’amore. Non è più tempo per tentennare, cercare accordi con chi ci onora delle sue briciole, di dire che la Chiesa è la Chiesa e va rispettata anche se ci insulta continuamente. Non è più tempo di essere timidi.
Ho visto la comunità gay, lesbica, bisessuale, transgender, Queer e intersessuale finalmente unita da un unico ticchettio di sveglie che ha risuonato per tutto lo stivale. Finalmente tutti in piazza, nelle piazze, consapevoli che qui si fa la storia e si permette a questo stanco Paese infiacchito da corruzione, politici ignoranti, Chiesa prepotente e arrogante di raddrizzare la schiena e smettere di fissarsi l’ombelico, alzare lo sguardo e guardare il futuro.
Se passa quella legge vuol dire che un barlume di speranza c’è ancora e quel lumicino è molto più brillante di tutti i neon del Pirellone che compongono la minacciosa promessa del “Family Day”. La speranza può risiedere solo nella maggiore giustizia, nella condivisione di tutele, risorse, riconoscimento.
C’è speranza quando un privilegio cessa di essere tale e diventa opportunità per tutti i cittadini.
L’ho visto in piazza a Bologna come potrebbe essere questo futuro di speranza.
Non fa affatto paura come vogliono farci credere.
L’ha ribloggato su Rainbowman56's Blog.
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Io l’ho visto al Treviso Pride dello scorso Giugno, e mi sono commossa.
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